Su due stele frammentarie del visir Khay

35A seguito della recente identificazione della piramide di Khay, visir di Ramesse II, grazie alla missione belga diretta da Laurent Bavay, nella corte della tomba TT C.3 sulla collina di Sheikh Abd el-Qurna,1 l’alto funzionario è oggetto di un rinnovato interesse. La figura di Khay è già stata indagata in passato,2 ma vorremmo qui ripubblicare due reperti a lui riconducibili. Ci riferiamo a due stele frammentarie, conservate rispettivamente presso il Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow (1902.116.n.1-4) (Fig. 1 a-d) e il Museo Egizio di Torino (Suppl. 6000 = CGT 50098) (Fig. 3).

Stele Glasgow 1902.116.n.1-4

Il primo reperto – nonostante ancora sussistano da parte di alcuni studiosi, a differenza di non solo chi scrive,3 dubbi sul fatto che sia da attribuirsi al visir Khay – è una stele in calcare di cui oggi si conservano quattro frammenti dei cinque originali ancora presenti al momento della scoperta.4 Questa avvenne ad opera di William Matthew Flinders Petrie nel temenos del Tempio di Osiri ad Abido all’inizio del XX secolo.5 Si tratta di un documento dall’importanza fondamentale per ricostruire le origini familiari di Khay, trattandosi dell’unico reperto a oggi noto in cui sono menzionati i membri della sua famiglia. Dal momento che Khay è indicato con i soli titoli di wHmw-nsw tpj n nb tAwj “Primo araldo regale del Signore delle Due Terre” e di smjw mdwt jdbwj “Colui che riferisce gli affari delle Due Rive”, possiamo collocare cronologicamente il reperto in un’epoca precedente alla sua ascesa al visirato, pertanto prima dell’anno 27 o, al più presto, l’anno 21 di Ramesse II.6 La stele, al momento della scoperta, appariva già priva della parte superiore e presentava una scena suddivisa su due registri con raffigurazioni, seguita da un testo su due righe che correva alla base della stessa (Fig. 1 a-d).

Fig. 1 a-d

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I frammenti della stele di Khay da Abido a Glasgow, Kelvingrove Art Gallery and Museum, inv. 1902.116.n.1-4. Foto: © CSG CIC Glasgow Museums and Libraries Collection.

Il fac-simile della stele di Khay. Da Petrie, Abydos I, 1902, tav. 66.

Facendo particolare affidamento sul fac-simile realizzato da Petrie (Fig. 2), il primo registro, di cui sussiste solo la parte sinistra, presenta le raffigurazioni di tre divinità. Queste sono senza dubbio Horus e Iside, riprodotti stanti, e Osiride, seduto invece in trono: interpretazione comprovata anche dall’originaria collocazione del monumento nel sito di Abido. Sulla destra, invece, è ipotizzabile che originariamente comparisse un’immagine di Khay in atto di adorazione delle divinità, oppure un’immagine di 36-37Ramesse II. Il secondo registro, meglio conservato, vede la presenza di cinque individui. Sulla sinistra compare il destinatario della stele, Khay, accompagnato dalla sua sposa. Questi sono seduti su due seggi a zampe leonine, e vestono abiti ampli, plissettati e dalle lunghe maniche. La sposa reca sul capo un cono profumato, mentre Khay stringe nella mano destra uno scettro e un pezzo di stoffa nella sinistra. Di fronte a loro si erge una ricca tavola d’offerta, affiancata da due vasi. La parte destra della scena è invece occupata da tre figure, due uomini e una donna: i primi due identificabili attraverso le iscrizioni come il padre e la madre di Khay. Il terzo individuo, erroneamente interpretato da alcuni come una figura femminile,7 è invece un uomo, accompagnato dal suo titolo e probabilmente dalla parte inziale del suo nome. La stele termina, come sopra accennato, con due righe di testo in geroglifici che includono la consueta formula d’offerta Htp dj nsw.

38Testo al di sopra di Khay e della sua sposa

(1) Wsjr wHmw-nsw [tpj]8 (2) n nb tAwj (3) 2ay (4) snt=f (5) nbt-pr (6) Ym9

(1) L’Osiri, il [primo] araldo regale (2) del Signore delle Due Terre, (3) Khay; (4) la sua sposa, (5) la signora della casa, (6) Ym.

Testo al di sopra dei tre personaggi

(1) jt(=f) [Ws]jr (2) Hsy […] (3) […] (4) [Ts o Hrj]10 -pDt n nTr nfr (5) 0AjA (6) mAa-xrw xr nTr aA (7) mwt=f Smayt (8) n(t) Jmn nbt-pr (9) Nbw-m-tx (?) mꜢꜤ(t)-ḫrw (10) […] jmj-rA xAs(w)t (?)11 (11) […]-nDm pA (12) […]

(1) Suo padre, l’Osiri, (2) il favorito […] (3) […], (4) [il comandante di?] reggimento del Dio Perfetto, (5) Haia, (6) giustificato presso il Grande Dio; (7) sua madre, la cantante (8) di Amon, la signora della casa, (9) Nebuemtekh (?), giustificata (10) […], il soprintendente delle terre straniere12 (11) Nedjem pa (?) (12) […]

Testo alla base della stele

(1) Htp d nsw Wsjr xntj-jmntjw nb tA-Dsr dj=f prt-xrw t’ H(n)qt jH Apd qbHw jrp jrtt n kA n (2) wHmw-nsw tpj n nb tAwj smjw mdwt jdbwj 2ay mAa-xrw sA sAb 0Aj(A)

(1) Un’offerta che il re fa a Osiri-Khentiimentiu, il Signore della Necropoli, di modo che egli doni un’offerta invocatoria (consistente in) pane, birra, bovini, uccelli, libagioni, latte e vino, al ka del (2) primo araldo regale del Signore delle Due Terre, colui che riferisce gli affari delle Due Rive Khay, giusto di voce, figlio del sab Hai(a).

Dall’analisi delle iscrizioni emergono dati molto significativi sulle origini familiari di Khay.13 Il padre, oltre a essere indicato come sAb, ha sicuramente svolto una carriera militare ai massimi vertici: ciò sia che si interpreti la parte mancante del suo titolo principale come Ts- oppure come Hrj-pDt n nTr nfr. Nel primo caso, il titolo, seguendo Schulman, sarebbe da tradursi come “group marshaller”, una sorta di comandante responsabile del coordinamento logistico e tattico, che sottostava al Comandante di reggimento.14 Nel secondo caso, il titolo del padre indicherebbe il ruolo più alto che un ufficiale di campo potesse raggiungere, ovvero quello di “Comandante di reggimento” (lett. “Capo degli arcieri”).15 Durante il Nuovo Regno, dallo Hrj-pDt dipendeva infatti una guarnigione costituita da un cospicuo numero di unità militari ed era secondo solo allo jmy-r(A) mSa (wr),16 ed era forse incaricato anche di alcuni compiti amministrativi.17

È d’uopo, a tal proposito, precisare che nessun altro monumento noto riconducibile a Khay fa riferimento a una sua eventuale provenienza da un milieu militare. In epoca ramesside l’esempio sicuramente più significativo è quello di Paramessu, che prima di assurgere al trono come Ramesse I svolse le mansioni di visir vantando allo stesso tempo numerosi titoli militari, così come l’ascendenza familiare che includeva il padre Seti, “Comandante di reggimento”.18 A nostra conoscenza, all’infuori del caso di Khay, nessun altro visir che operò sotto Ramesse II vantava ascendenze in campo militare: tutti provenivano infatti da famiglie che ricoprivano ruoli in ambito sacerdotale.19

Sulla stele di Glasgow, la madre di Khay, oltre al titolo di “Signora della casa”, porta quello di “Cantante di 39Amon”.20 Come già evidenziato in passato, ciò non indicherebbe una sicura appartenenza all’area tebana della stessa, o più in generale della famiglia, perché ella avrebbe potuto svolgere tali mansioni in uno qualsiasi dei numerosi templi dedicati ad Amon in zone differenti del Paese.21 Il terzo personaggio maschile è indicato con il solo titolo, e apparentemente la parte iniziale del suo nome: Nedjem pa (?),22 ma mancando la parte terminale dell’iscrizione a lui riferibile risulta impossibile stabilire se avesse un ruolo in seno alla famiglia, così come formulare qualsiasi ipotesi sulla sua identità, non essendo riusciti a identificare altri personaggi con lo stesso titolo e nome. La lettura del titolo che porta è piuttosto problematica dal momento che Petrie interpreta il segno che segue jmj-rA come Snwt,23 e in questo è seguito da Benedict G. Davies che traduce il titolo come “Soprintendente del granaio”.24 Tuttavia nel fac-simile della stele il segno è riprodotto in maniera molto simile a xAs(w)t, e così si evince anche dall’osservazione del reperto in originale. In questo caso, quindi, propendiamo per leggere il titolo come jmj-rA xAs(w)t, ovvero “Soprintendente delle terre straniere”.25

Khay, da parte sua, è indicato come wHmw-nsw tpj n nb tAwj e smjw mdwt jdbwj, titoli che, come sopra accennato, sono sicuramente riferibili a un momento iniziale della carriera del funzionario.26

Per quanto riguarda invece il nome della sposa di Khay, l’esame delle fotografie permette di affermare che i segni geroglifici impiegati per scrivere il suo nome erano stati trascritti correttamente nel fac-simile realizzato da Petrie.

Maggiormente problematica, invece, la lettura del nome della madre di Khay, a causa di un segno circolare posto alla fine dello stesso, che potrebbe corrispondere a njwt, anche se noi personalmente 40propendiamo per il fonema x. Nel primo caso la lettura sarebbe Nebuemniut, mentre nel secondo, a nostro avviso quella corretta, Nebuemtekh.27

Stele Museo Egizio di Torino Suppl. 6000 (CGT 50098)

Il secondo reperto che qui andiamo a illustrare, è un’altra stele frammentaria in calcare, già pubblicata in passato,28 ma della quale tuttavia, grazie alle fotografie in alta risoluzione, possiamo cogliere dettagli prima non discernibili, e in particolare, fatto di non poca rilevanza, affermare con certezza che si riferisce al visir Khay, a differenza di quanto solo ipotizzato in precedenza da alcuni studiosi,29 dal momento che i segni che compongono il suo nome sono chiaramente visibili.

Il reperto fu portato alla luce a Deir el-Medina nell’area del Santuario di Meretseger in occasione della campagna di scavo di Ernesto Schiaparelli del 1904-05. Il luogo di ritrovamento, non certo casuale, testimonia lo stretto legame di Khay con la comunità del villaggio degli artigiani.30

Il frammento, di 10 cm di altezza per una larghezza massima di 7 cm e uno spessore di 2,5 cm, dal retro piatto e anepigrafe, corrisponde a ciò che resta della parte destra superiore della centina di una stele. Tre colonne di testo geroglifico sono ancora leggibili, mentre restano flebili tracce di una quarta sulla sinistra: la prima e la seconda riportano i cartigli di Ramesse II, mentre le altre due si riferiscono a Khay. Di quest’ultimo è ancora discernibile chiaramente il cranio rasato e la parte superiore di un flabello che reggeva in mano.31 È ipotizzabile che la scena prevedesse l’adorazione di una o più divinità da parte del visir, preceduto nella raffigurazione da Ramesse II.

Il frammento di stele Museo Egizio di Torino, Suppl. 6000. Foto: Museo Egizio, Torino.

(1) [nb] tAwj [Wsr]-mAat[-Ra 4tp.n-Ra] (2) nb xaw Ra-ms-sw mrj-Jmn HqA-[nTrj]-Jwnw (3) jmj-rA njwt TAtj (4) 2ay mAa-xrw

(1) [il Signore delle] Due Terre, [User]maat[ra-setepenra], (2) Signore delle apparizioni Ramesse-meriamon, sovrano [divino] di Eliopoli, (3) il prefetto della Città e visir (4) Khay, giusto di voce.

Ringraziamenti

L’autore ringrazia i revisori per i loro commenti molto pertinenti. Che i miei ringraziamenti più sentiti vadano anche ad Alessandro Girardi (Museo Egizio di Torino – Dipartimento Collezione e Ricerca, Touring Exhibitions), per avermi fornito le immagini della stele del Museo Egizio di Torino e a Johannes Auenmüller (Museo Egizio di Torino – Curatore, Dipartimento Collezione e Ricerca) per i preziosi suggerimenti.

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